Quello che le brave ragazze non dicono

Solo per palati fini…

Punto

La Falena (che prima si chiamava in un altro modo ma magari ve lo dirà lei) mi ha fatto notare che non scrivo da un po’. Dal 6 luglio, per l’esattezza. dall’ennesimo punto messo con il Giornalista, che poi si è rivelato essere quello quasi definitivo. Il punto, intendo.

Perché quello è stato il penultimo punto. Il punto definitivo è arrivato un paio di settimane dopo, quando sulla mia timeline di facebook è comparso un suo post pubblicato sulla bacheca di un locale che seguo anch’io, in cui c’era scritto più o meno così

“Ragazza mora con gli occhiali e i capelli lunghi, due tatuaggi, uno sulla schiena e uno sulla spalla, vestito lungo a righe che ieri sera era al concerto di XYZ, più o meno a metà platea, se ci sei batti un colpo.”

Penso sia inutile evidenziare che quelle parole le aveva scritte il Giornalista. Altrettanto inutile è sottolineare che quella ragazza mora con i capelli neri e gli occhiali non ero io.

Per cui tutto sto tira e molla sei è concluso con uno screenshot inviato all’istante e un “Complimenti per l’onestà” a cui non è mai seguita risposta. Però il post dalla bacheca del locale è sparito.

Insomma, io le tranvate o le prendo bene o non sono mica contenta.

Mi pare molto, molto chiaro, che il Giornalista non avesse proprio nulla di tutto quello che elencavo nel post precedente come indispensabile per l’uomo che avrei voluto a fianco a me.


Il re dei passi indietro e la regina che sceglie per non subire

Fatto sta che alla fine Il Giornalista si è rivelato il re dei passi indietro. Ogni singola volta in cui si sbilanciava nei miei confronti giusto quel filo in più del solito, era poi seguita da giorni e giorni di silenzio.

E io, che con queste cose proprio non vado d’accordo, all’ennesima sua sparizione ho risposto con un sonoro “Non ho tempo di correrti dietro, non sei tu che sconvolgi la mia vita!”. Insomma, al Re dei passi indietro ho fatto conoscere la Regina che sceglie per prima, per il terrore di subire le scelte altrui.

Il fatto che lui non abbia mai risposto a quel messaggio, parla decisamente molto chiaro.

Nei giorni scorsi, poi, ho saputo che il mio ex si sposa. Proprio negli stessi giorni in cui io mandavo a quel paese Il Giornalista (che nel frattempo le mie amiche hanno ribattezzato “Il Scritore“). E io sono senza dubbio molto contenta per il mio ex. Lui è una bravissima persona, anche se non era la persona per me. Ed è una brava persona anche la sua futura moglie, che ho avuto occasione di conoscere al matrimonio di un’amica comune.

Fatto sta che, quando l’ho saputo, mi sono trovata a fare i conti con tutto quello che io non ho fatto nel frattempo. Sono passati sei anni da quando l’ho lasciato. Lui dopo due mesi stava già con lei, ed è arrivato a sposarsela. Io invece ho collezionato solo storie sbagliate, amori non corrisposti, amici di letto che si sono comportati più o meno bene nei miei confronti, cambi di lavoro e di città alla ricerca di qualcosa che ancora non arriva. E in tutto ciò io ancora non sono riuscita a trovare una persona con cui potessi avere davvero voglia di condividere un po’ di intimità. Una persona da far entrare nella mia vita, nelle mie abitudini, nei miei (piccoli) spazi, nelle mie insicurezze.

A 32 anni vivo come avrei potuto vivere a 22, se non fossi stata fidanzata. Solo che, a rigor di logica, oggi dovrei essere più sicura, consapevole, indipendente e realizzata. E invece sono ancora un work in progress. Un casino stratosferico. Un grosso punto di domanda.

Però intanto provo a godermela, nella speranza che prima o poi un po’ di stabilità arrivi anche per me!


Lui. Sempre lui.

Era l’una di notte ed ero ancora al pc a lavorare… L’ultimo incarico che ho accettato mi ha messo sul groppone una grossa quantità di lavoro da fare extra e passerò su quel progetto tutto il weekend.

Eppure mentre scrivevo, scrivevo e scrivevo come se non ci fosse un domani mi era venuta una strana voglia. Ho preso il cellulare e ho selezionato il suo numero. “Andrei in un privè ora” gli ho scritto… La sua risposta non si è fatt attendere troppo, e come spesso succede è stata una di quelle risposte in grado di accendermi…

“Vediamoci adesso””Sto tornando a casa ubriaco”
“Non andare a casa… Vieni da me…”

Da me non c’è venuto, ma la telefonata che è seguita a quello scambio iniziale di messaggi è stata una di quelle cose in grado di riconciliarti con il mondo.

“Non chiedermi perchè ti sto chiamando… Non lo so…””Non serve un perchè, va bene così…”

Io non sono una che parla molto di quello che prova, ma sarà stato perchè era note fonda, perchè avevo voglia di lui o semplicemente perchè era ubriaco e sapevo che probabilmente non se le sarebbe ricordate, ma gli ho detto cose che a voce non mi sarei mai sognata di dirgli… Magari qualcuna gliel’avevo scritta… Di sicuro lui le sapeva già senza che gliele avessi mai dette… Ma anche far uscire certe parole è un piacere, a volte… E di sicuro qualcosa di liberatorio.

Allo stesso modo è stato bello sentirle da lui certe cose che probabilmente non vorrebbe neanche ammettere…

“Non so cos’hai… Non me lo spiego…”
“Non servono spiegazioni per forza… Nonostante tutto io sono ancora qua. Ti ho sempre voluto bene e te ne vorrò sempre. Sono l’unica che ti ha sempre lasciato libero di essere quello che sei.”
“Si, questo è vero…”

Ubriaco a sparlare verità, come dice lui, come piace a me…

Paole che lasciano spazio a pensieri, a voglie… e in un attimo mi sento ancora sua, come non succedeva da un sacco di tempo.

Sua come non mi sono mai sentita di nessun altro. Sua perchè sua voglio essere io.

E mi rendo conto che a volte il sesso può essere appagante anche se solo immaginato, per quanto il desiderio sia in grado di farti sentire piena, per quanto i pensieri siano in grado di violarti e violentarti l’anima.

Certi legami non si possono spiegare. Ne sono sempre più convinta. Io ho addirittura la fortuna di porteli vivere…


Dal collo in giù

Qualche minuto fa su whatsapp si disquisiva amabilmente con un’amica sulle rispettive sfighe con il sesso opposto e ci si chiedeva perchè noi care donzelle pensanti e con una certa dose di carattere non fossimo piene di corteggiatori come, in realtà, sarebbe giusto che fossimo 😛

Alla fine siamo giunte sempre alla stessa conclusione: è la taglia che ci frega.

Ben inteso, tra le due l’unica che ha una taglia deprecabile sono io (ommioddio, la 50 non dovrebbe neanche entrare per sbaglio in un negozio di abbigliamento!!!), che lei ha una normalissima 46, ma la conversazione è stata più o meno questa:

Lei: “Gli uomini considerano solo gambe, culo e tette… Il resto non conta! E tu hai delle belle gambe… vorrei averle io le tue gambe!!!”
Io: “eh no, così non vale… Se la mettiamo così io vorrei due occhioni azzurri come i tuoi e la tua pelle di porcellana!”
Lei: “Ah ma che c’entra… Anche Riccardo mi ha confermato che il taglio che opera l’uomo è all’altezza del collo!”
Io: “Beh perfetto direi… Allora la mia panza è proprio al centro della loro inquadratura!!!”

Che poi, io ci rido e ci scherzo perché, per fortuna, ho imparato che esiste l’autoironia e che è molto più semplice usarla che dover sopportare le prese per il culo dei simpaticoni di turno… Il problema è che poi, alla fine, per me è un problema davvero anche se, magari, in alcuni rari casi per gli altri un problema non è. Ne parlavo anche con la mia coinquilina qualche giorno fa. Ho il terrore di entrare nei negozi di abbigliamento perchè tanto so di non trovare nulla che mi va bene. Ho il terrore di entrare da sola in un luogo affollato perchè la gente mi guarderebbe storta (che magari non è vero, ma io li vedrei comunque guardarmi storta!). Ho il terrore di girare da sola perchè poi la gente pensa “ti credo che è da sola, quella cicciona!”. Ho il terrore di andare a fare un colloquio di lavoro perchè penso che la mia taglia fuori dal normale possa rischiare di mettere in secondo piano le mie qualità. Ho il terrore di non piacere agli uomini. Ma soprattutto ho il terrore di lasciare avvicinare gli uomini a cui, invece, per qualche strano motivo che io non riesco a vedere, io piaccio. Insomma, se uno mi si avvicina in un locale penso “Chissà quanto ha bevuto per venire proprio da me!”, oppure “Se ci prova con me è evidente che ci ha provato con tutte e che tutte l’hanno mandato a stendere”…

Nel post precedente dicevo che o tutti gli uomini son cretini oppure me li trovo tutti io… Ecco, a volte penso che sia più vera la seconda ipotesi. Probabilmente la mia autostima è talmente bassa da non riuscire a prendere in considerazione di poter meritare davvero qualcosa di meglio rispetto allo stronzo di turno.

Però poi capita di andare ad un matrimonio e di trovarsi davanti, dopo tipo 15 anni, il bulletto che in pulman alle medie ti prendeva in giro perchè eri grassa, facendoti tornare a casa ogni giorno con le  lacrime agli occhi. E capita anche che magari ti avvicini e lo saluti e vedendo che lui non ti riconosce subito. E poi magari capita anche di vedere la sua mascella cadere inesorabilmente ogni volta che gli passi vicino, in tutto il tuo meraviglioso orgoglio curvy, fatto di una sensualità diversa e di forme che gli uomini di solito non prendono in considerazione neanche per sbaglio. E si, in quel caso forse un po’ di autostima ti torna!

Ley è Tara Lynn. Una delle più pagate modelle plus size al mondo. Se qualcuno ho il coraggio di dire che non è bellissima e sexy da morire mi incazzo!!!


Pc sulle gambe e tazza di the in mano

Fuori piove, mi godo una bella serata di solitudine nella mia nuova casa… La mia coinquilina è fuori con il suo ragazzo, e io mi g0do questo posto che mi piace sempre di più… Io qui ci vivrei davvero, sempre, non soltanto dal lunedì al venerdì, e ci vivrei da sola… Cambierei questo divano, che non è il massimo della comodità, ma il resto mi piace tutto… tutto!
Mi piace arrivare in casa la sera dopo una giornata in ufficio, mettermi sul divano con il pc sulle gambe a scrivere gli articoli per il giornale, e poi iniziare a cucinare ascoltando il tg…
Sto bene, da sola sto bene… La mia coinquilina è tranquilla, anche troppo per i miei gusti… Tutta casa, lavoro, chiesa e fidanzato… Io, invece, mi sono fatta quel famoso regalo che volevo farmi da un po’ e di cui avevo parlato in un post arretrato… è rosa… e vibra 😉
Il lavoro va bene… Con una delle mie colleghe ci avevo pure fatto l’università… Non conosco moltissima gente in zona, ma tra compagni di università ed amiche varie qualche serata in giro non me la faccio mancare… Che poi io di questa città e del suo modo di vivere mi sto innamorando davvero…
Sono tranquilla, serena… Non ero così rilassata da non so neanche più quando… E mi dicono che mi si veda anche in faccia, che io sia più bella, che abbia una luce nuova neglio occhi…
Sono una rosa che sboccia di nuovo, a primavera… Magari mi ono persa qualche fioritura negli ultimi anni… Ma adesso recupero il tempo perduto…


Mi è venuta voglia di…


“Ops…”

Oggi girando per blog ho trovato la foto di un’autoreggente smagliata che mi ha riportato la mente in uno di quegli angoli di cuore che custodisci nel modo più geloso che ci sia…

Conservo una calza a rete, rotta in un momento di passione infinita…
La conservo come se fosse la cosa più preziosa del mondo…
Mi ricorda che non è solo un ricordo, ma che è successo davvero…
Anche se in un tempo e in uno spazio ormai lontanissimi…


Sconclusionate riflessioni

Sabato mattina ho fatto una di quelle cose che, se fatte dagli altri, mi sembrano assolutamente assurde… Dopo avere pensato per anni “MA CHI GLIELO FA FARE DI ANDARE A CORRERE ALLE SEI DI MATTINA!!!” sono finita a farlo pure io!!! Ed oltretutto di sabato… Non perchè fossi presa da questa infinita smania di fitness, ma semplicemente perchè ho gli imbianchini in giardino da 3 settimane e mi hanno lasciato senza imposte alle finestre per tutto il weekend… e io che ho assoluta necessità di dormire al buio totale perchè al primo raggio di sole in camera mi sveglio, mi sono trovata con gli occhi spalancati già alle prime luci del giorno… Così per smaltire un po’ di nervoso ed evitare di incazzarmi ancora di più ho ben pensato di mettere i pantaloncini, una maglietta e le scarpe da tennis per un salutare giro solitario al parco…
Ed ecco che i pensieri partono da soli, come succede sempre quando vado a camminare… anche se, lo ammetto, quando lo faccio al buio i miei pensieri mi piacciono molto di più…
Mi sono trovata a pensare “ai miei uomini”… anche se di mio non ce n’è neanche uno…
Pensavo a N., l’ultimo arrivato, che mi bacia alla fine di una splendida serata chiedendomi di non sparire per poi essere proprio lui a sparire…
Pensavo ad E. che è in vacanza con la compagna ed il pupo… Aveva detto che mi avrebbe chiamato, ma sono passate 3 settimane e ancora non l’ha fatto… Il “barracuda” di cui, in altre circostanze, mi sarei potuta innamorare…
Pensavo ad S., che mi corteggia da mesi e che mi fa morire dal ridere quando se ne esce con frasi del tipo “io e te amici??? magari una trombatina orientativa prima no???”…
Pensavo ad N., con cui ci si vede si e no un paio di volte all’anno ma si fa sempre l’amore in modo splendido e che durante una passeggiata in centro nel mezzo di una chiacchierata normalissima mi lascia senza parole dicendo “usi mani e bocca in modo spettacolare! No… davvero eh… dico sul serio… WOW!!!”
Pensavo ad A., che forse con lui ho proprio sbagliato i tempi… Se avessi lasciato il mio ex un po’ prima forse a quest’ora starei con lui… Forse avrei dovuto andare a prendermelo quando era ora… Che poi altrimenti capita che ci passi un pomeriggio favoloso in centro a Milano poco prima di Natale ed hai l’impressione che con uno così ci faresti addirittura dei figli… Che passi ore a parlare per citazioni di libri e di film che entrambi adorate e che si rimandano i saluti sempre di “un’altra mezzora”… Che poi sali sul treno per tornare a casa pensando che per fortuna vive lontano e che avresti volto tanto baciarlo, ma non l’hai fatto…
Pensavo ad F. che dai primi di giugno mi manda cinquemila sms al giorno ma non si espone… Ogni due per tre se ne salta fuori con la classica frase “dai che una di ste sere andiamo a berci una birra insieme” ma non dice mai “dai che STASERA andiamo a berci una birra insieme”… Così sono quasi 3 mesi che si tira avanti sto discorso… E io quasi inizio a stufarmi… Un po’ perchè mi piace che il corteggiamento vada alimentato in modo più concreto, un po’ perchè lui mi spaventa… Mi spaventa perchè quella faccia d’angelo, quegli occhi azzurri, quei capelli biondi, quelle sigarette “lunghe”, quella necessità di solitudine tra i monti, quell’aria da adorabile canaglia, mi ricordano fin troppo una certa faccia d’angole, certi occhi azzurri, certi capelli biondi, certe sigarette “lunghe”, certa necessità di solitudine tra i monti, una certa aria da adorabile canaglia… Ma mi spaventa anche perchè con lui partirebbe tutto subito su binari troppo “seri” per i miei gusti… Ha 36 anni, per cui ha anche una certa voglia di stabilità, oltretutto ci conosciamo da anni perchè i miei e i suoi sono amici… Insomma, se da un certo punto di vista mi chiedo perchè mai non si faccia finalmente avanti, visto che è chiaro che io piaccio a lui e lui piace a me, dall’altro sono felice che non lo faccia perchè se lo facesse non saprei come affrontare una situazione che al momento è un po’ troppo seria per i miei gusti… E forse scatterebbe la fuga… Chissà…
E pensavo anche a V.
Che a lui ci penso ancora… E pensavo che ho avuto un gran coraggio, oltre che una discreta faccia tosta, nel guardarlo in faccia mentre gli cavavo dalla bocca cose che forse nessuna donna vorrebbe sentirsi dire… ma che io ho preteso di sentirmi dire… e ripensavo alla sua fatica, nel dire certe cose, che evidentemente gli dispiaceva proprio dirle… e non capivo se questa sua difficoltà mi faceva piacere o se mi faceva incazzare… Però so che, nonostante tutto, ne sono uscita più forte… Che forse si è sentito peggio lui di me… E ho avuto la prova, l’ennesima prova, che io ho davvero le palle quadrate…

E poi pensavo alle parole di F., l’ex ex moroso della mia amica con cui mi ero vista la sera prima… Lui, psicologo, dopo avermi studiata per tutta la sera mi ha detto “Hai presente quell’attimo di solitudine che riesci a provare solo la sera prima di addormentarti, da sola, nel tuo letto? Nel momento in cui lascerai che qualcuno infili il dito in quell’attimo, tu diventerai davvero una meraviglia!”…


Lo sconosciuto

C’è mancato poco, molto poco, che mi trovassi nei bagni di un locale a fare l’amore con perfetto sconosciuto… Il più classico dei cliché… Quelle situazioni che, pensi, succedono nei film e non potrebbero mai succedere a te… E invece capita che ad un certo punto di una poco normale serata a festeggiare un compleanno a sorpresa in un poco normale locale, ti ritrovi a ballare sopra ad un tavolo con addosso mani che non conosci, dopo un lungo gioco di sguardi, di battute, di giochi e di provocazioni con l’uomo che hai notato appena entrata, seduto al tavolo di fronte in mezzo ai suoi amici, intento a festeggiare l’addio al celibato di uno di loro. Si faceva notare, non c’è che dire… Alto, spalle larghe, sguardo profondo, non appariscente ma affascinante, il sorriso malizioso di chi sa quello che vuole e quel briciolo di strafottenza che non guasta mai… Il più classico dei mascalzoni…
Lui e i suoi amici non avevano perso neanche un attimo… Non avevamo nemmeno finito di cenare che già i tavoli si erano uniti e mescolati, tra scherzi al malcapitato futuro sposo e vino che scorre a fiumi… Ad un certo punto è salito sulla sedia esattamente dal’altra parte rispetto a dove ero seduta io, è salito sul tavolo e mi ha allungato la mano come invito e come aiuto per salire a mia volta su quel piano ormai traballante… Neanche il tempo di salirci in modo stabile, e già mi aveva preso il viso tra le mani… Senza neanche che me ne accorgessi, ci stavamo baciando… Con tutti i suoi e i miei amici intorno che ci guardavano… Una scena da non crederci…
Dopo aver ricambiato il bacio, mi allontano, gli sorrido un po’ imbarazzata, mi giro e vado verso i miei amici, invitando anche loro a salire sul tavolo, lui non mi perde di vista, balla sehza smettere di guardarmi mentre io faccio finta di nulla… Dopo un po’ l’ho sentito afferrarmi da dietro, appoggiare le mani sui miei fianchi, assecondando il ritmo della musica insieme a me… Un po’ gioco, un po’ mi struscio, poi mi allontano, ma non lo guardo, continuando a dargli le spalle, lui infila le mani sotto al vestito quel tanto da sentire tra le dita il pizzo delle mie autoreggenti, mi bacia le spalle, il collo… io tiro giù il vestito e lo scanso… “Sei tremenda” mi sussurra all’orecchio un attimo prima di allontanarsi e tornare tra i suoi amici…
Continuo a godermi la mia serata… Ballo facendo la scema con le mie amiche, da Maracaibo ai Kiss il passo era breve… “Se per caso cadesse il mondo io mi sposto un poì più in la”, poi parte Otherside e io vado in estasi, la canto a squarciagola facendo il controcanto a Kiedis, poi partono gli Ac/Dc, mentre lui ruba un caffè dal vassoio di una cameriera di passaggio… Si siede al mio posto pregustando quel gusto pieno ed avvolgente in bocca, si vede chiaramente che ne ha voglia e bisogno… Io, stronza, mi avvicino velocemente, e mentre lui prende in mano la bustina di zucchero io mi abbasso, prendo la tazzina e, tutto d’un fiato, mi bevo il suo caffè, mentre lui mi guarda incredulo… Gli sorrido, mi rialzo assicurandomi che mi guardi bene le gambe e mi riallontano… C’è rimasto male e si vede, ma l’ho spiazzato.. e gli piace!
Arriva il momento dei regali e della torta… Io non ho molta voglia di dolce, prendo la mia fetta e la porto a lui…
“Ti va bene come contropartita per il caffè che ti ho rubato prima?”
Mi invita a sedermi vicino a lui, chiacchieriamo, ridiamo, giochiamo, mi ribacia dopo avermi messo in bocca un pezzeto di torta, mi scanso senza troppa convinzione, sorrido, lui ricambia il dispetto sporcandomi con la torta, io mi pulisco con un dito e glielo porto alle labbra, sfrontata…
Lui impazzisce, lo vedo… Il gioco gli piace… Ogni mia provocazione colpisce nel segno… ede che gli tengo testa e questo lo stuzzica…
Mi chiede di uscire, di andare in un posto più tranquillo, meno affollato e meno rumoroso… Io tentenno, dico di si, poi di no, poi ancora di si, poi mi alzo e vado via… Chiedo ad una mia amica di accompagnarmi in bagno, ma non viene… Mi avvio da sola… Per la strada mi ferma un gruppo di ragazzi con una tanica piena di spritz e me ne offrono… “Rifiutare lo spritz è peccato” rispondo io, e mi metto a fare casino anche con loro… Lui da lontano mi guarda, mi segue con gli occhi… Poi saluto i “nuovi amici” e mi avvio verso il bagno… Vedo che lui si alza, con la coda dell’occhio noto che mi segue in mezzo alla gente…
Incrocio sulla porta del bagno due suoi amici che escono, da dentro sento lui che si ferma a chiacchierare con loro… E i due simpaticoni non si distinguono certo per galanteria… I commenti su di me si sprecavano, le battutine piovevano dal cielo una dietro l’altra, e non tutte sono lusinghiere nei miei confronti… Lui non li zittisce, si mette a ridere… Io un po’ accuso il colpo…
Esco e me lo ritrovo davanti alla porta… Mi prende, mi stringe, mi bacia di nuovo… Stavolta lo lascio fare, mi piace, la situazione mi stuzzica, ma ho già scelto… Si fa più audace… La sua mano si spinge fra le mie gambe, gli lascio sentire il pizzo degli slip, impregnato della mia eccitazione… Lo sposta giusto un po’, tentando di farsi strada con le dita… Ma adesso non lo lascio più fare… Scosto la sua mano, smetto di baciarlo…
“In bagno si sentiva tutto…”
“Erano solo battute da caserma”
Stavolta lo bacio io, poi mi giro e faccio per andarmene…
“Ti piacciono le emozioni forti eh…” dice lui mentre scendo le scale…
“Tu potresti vivere senza?” Gli rispondo…
Lui si mette a ridere scuotendo la testa, poi mi guarda di nuovo…
“Peccato… Davvero peccato… Sei tosta tu… E io sono un coglione!”
“Ti autorizzo a dire ai tuoi amici che hai affondato il colpo…”
Gli sorrido ancora, poi mi volto e me ne vado…

Non era necessario il sesso per assaporare il brivido di quella situazione inattesa… Lo sapevamo tutti e due…

Mi fai tremare tutta la notte…


In punta di piedi

Penso di avere vissuto sulle punte, in un’altra vita…
Non si spiega altrimenti la mia ammirazione per quella leggerezza,
per quell’eleganza,
per quella sobria femminilità,
per quel rigore,
per quella disciplina quasi ferrea,
per quella raffinata sensualità…
In punta dei piedi…
Per imporsi senza invadenza…
per attraversare vite quasi impercettibilmente, ma lasciando il segno sempre…
Per danzare col cuore in mano…
Per affascinare con ciò che il corpo emana e non con ciò che il corpo mostra…
Per isolarmi da questo mondo e ascoltare solo il mio ritmo…
Per ballare, ballare, ballare, come se non sapessi fare altro…

Forse è colpa del karma, se adesso mi sento un elefante in una cristalleria…

Ma poi… Chissenefrega?


La mia pelle

La mia pelle è buona, gentile, dolce…
La mia pelle è morbida, delicata, vellutata…
La mia pelle è chiara, liscia, eterea…
La mia pelle è una tela su cui i brividi dipingono capolavori…
La mia pelle è lo scrigno dei miei segreti…
La mia pelle è fatta per essere accarezzata…
La mia pelle è fatta per incollarsi ad altra pelle…
La mia pelle chiede mani, dita forti che la afferrino…
La mia pelle chiede labbra, lingua, saliva…
La mia pelle vuole essere sporcata, violata, ferita…
La mia pelle ha bisogno di morsi…
La mia pelle ha bisogno di segni…
La mia pelle ha bisogno di graffi…
La mia pelle vuole impresso su di se’ ciò che è impresso prima sul cuore…



Qui


Ombra

La luce filtra dalla finestra proiettando sul muro i contorni sfuocati di un desiderio,
del primo desiderio…
Sulle piastrelle candide si staglia l’ombra di quel cazzo eretto e potente,
che prende senza chiedere,
che pretende ed ottiene…
Sembra quasi di vedere le vene gonfie di sangue, della voglia che pulsa…
Sembra quasi di vedere la mano che lo afferra con forza e fierezza…
Sembra quasi di vedere il riflesso del sole su quel lembo di pelle liscia e tirata,
in attesa soltanto di una lingua dolce che se ne preda cura…
A quell’immagine mancano soltanto calde labbra che si schiudono
a placare la fame del proprio e dell’altrui piacere…
Le mie…


Intimi desideri

Di certo ultimamente non mi sono fatta mancare intense sessioni di shopping,
ma c’è proprio una voglia che non riesco a soddisfare…
Ho voglia di corsetti, di pizzi, di merletti, di calze autoreggenti con il pizzo altissimo,
di guepiere steccate, di reggicalze, di maliziose sottovesti, di tessuti sottilissimi e morbidi al tatto,
di vedo non vedo, di scarpe con il tacco a spillo da abbinare a calze velatissime con la riga dietro,
di stringivita e di bustini, di tutine di pizzo o di rete, di lacci in raso,
di gancetti, di ferretti, di seta, di broccati, di trasparenze…
Di intimo sensuale, elegante, di classe, trasgressivo, da grandi occasioni…
Ho voglia di sentirmi e di vedermi ancora più intrigante e maliziosa,
di sapermi audace sotto ad un’austera camicietta,
di vedere lo stupore e l’eccitazione negli occhi di chi mi tocca, mi scopre, mi spoglia…


Sms

Lui: “E tu come stai?”
Io: “Bene… L’erba cattiva non muore mai!”
Lui: “Si… Lo so che sei tosta!”

La prima volta che mi hanno definita “tosta” sono rimasta piacevolmente stupita, perchè lo reputo un grandissimo complimento… Una mia compagna di università mi aveva addirittura detto che le ricordo Pink, la cantante (che io reputo non solo tosta, ma pure una grandissima figa!)… Nonostante tutto, non mi vedevo bene addosso quella definizione, ritenendolo un complimento troppo grosso per me…
Ora invece… Continuo a ritenerlo un complimento grandissimo, ma penso anche di meritarmelo!


Anestesia

Per la testa e per il cuore…
Per l’anima…


Senza Fretta…

Mi sento donna come non mai… Ma mi godo anche la freschezza dei miei anni…
Potrà farmi difetto un pizzico di maturità, una bella dose di consapevolezza…
Riconosco di essere molto poco donna nelle insicurezze che spesso e volentieri si impossessano prepotentemente di me…
So di non avere grandi esperienze… So di essere forse ingenua nel mio modo di vivere i rapporti…
Riconosco la scarsa conoscenza di me stessa, l’incapacità di seguire fino in fondo l’istinto, l’eccessiva razionalità di chi ha paura di sbagliare…
Mi sento donna prima di tutto nelle mie contraddizioni, nell’infinito spazio che c’è tra “essere” e “voler essere”…
La materia prima c’è, e io sto cercando di lavorarla al meglio delle mie possibilità…
Ma non “voglio essere”… Io SONO… Io SARO’…
Intanto mi godo la mia età… La mia voglia di giocare e di scoprire…
La mia voglia di me…
Non voglio bruciare le tappe… Ogni cosa a suo tempo…
Vivo quello che i miei 26 anni hanno da offrirmi…
Non torneranno certo indietro…

Magari non andrà bene a tutti… Ma va bene a me!

La musica che piace  a me…


Assaggi…

Passeggiamavamo per il centro di Verona, in una delle vie più conosciute e famose… Serrande abbassate, luci spente, solo una vetrina accesa che attira la nostra attenzione, quella di una cioccolateria…
Ci avviciniamo, la mia compagna di passeggiata attacca il naso al vetro con gli occhi sgranati, io osservo con attenzione l’uomo che dall’altra parte sistema con cura i cioccolatini in vetrina… La classiche praline, tronchetti di cremino adagiati su mensole di vetro, qudratini più o meno scuri, nocciole ricoperte di cioccolato bianco, ciliegie ricoperte di cioccolato fondente…
L’uomo dall’altra parte del vetro scorge la nostra curiosità, ci sorride, ci fa i complimenti, con voce muta dice che siamo bellissime, gli sorridiamo… Poi esce dalla vetrina, si avvicina alla porta e gira la chiave nella toppa… Ci fa entrare… Ci chiede se può offrirci una sua specialità…

“Sapete qual è il vino più buono al mondo? Il nostro Amarone della Valpolicella… E la sua grappa l’avete mai assaggiata? Adesso ve la faccio assaggiare io…”

Affonda un grosso cucchiaio di plastica in un cesto pieno di cioccolatini rotondi e nerissimi e ce lo porge, prendiamo un cioccolatino a testa e mentre quel duro guscio di cioccolata fondentissima si rompe, il palato viene travolto dalla grappa di Amarone…

“Lo sentite? Sentite come la grappa e il cioccolato fanno l’amore… Si alternano in bocca come in una continua lotta, cercano di prevaricarsi a vicenda, di rivendicare la rispettiva forza, danzano come si danza sulle note della passione, si cercano e si scontrano, si allontanano e si completano, travolti dall’armonia dei sensi… Chi vince?”

“Il cioccolato” dice lei…
“La grappa” dico io…

Ma in certe cose non è importante chi vince… è importante il modo in cui ci si incastra…